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Nessuno avrebbe immaginato che in una stagione fin qui molto deludente, il Milan e i suoi tifosi, arrivati a questo punto, avrebbero tratto le migliori soddisfazioni nei derby.
Per la precisione, sono quattro le stracittadine da imbattuti per il diavolo, impreziosite da un trofeo vinto in finale di Supercoppa Italiana.
Ad inizio stagione era “fobia” Inter con precedenti che è superfluo ricordare, si partiva infatti da sei confronti a zero a favore dei cugini interisti, condite da prestazioni scoraggianti.
La partita di Coppa Italia di mercoledì sera ha confermato invece che il Milan è squadra di valori importanti e che il nono posto in campionato grida allo scandalo.
Il Milan ha confermato il 4-2-3-1 come schieramento, che diventava un 4-4-2 in fase di non possesso, con l'unica novità di Pulisic, schierato come trequartista.
L'Inter è una squadra rodata, 5-3-2 stretto e compatto in fase difensiva e molte rotazioni tra i giocatori anche di reparti diversi con un giro palla fluido in fase offensiva. Anche l'Inter però, è una squadra con dei limiti a livello difensivo e il Milan è riuscito ad approfittarne.
Nello specifico sono due le situazioni che i rossoneri di Conceicao hanno preparato, ottenendo buone risposte. La prima è relativa al fatto che l'Inter, attaccando con molti uomini, non sempre ha coperture preventive adeguate, infatti il Milan in transizione ha avuto ottime occasioni.
Abraham, su assist di Reijnders dopo una transizione ha avuto l'occasione di segnare se non fosse stato tempestivo il portiere Martinez. Anche nel secondo tempo, non sono state sfruttate diverse ripartenze per mancanza di precisione in zona di rifinitura.
La seconda situazione favorevole è dovuta al 5-3-2 difensivo dell'Inter, con i tre centrocampisti che non riescono a coprire il campo in ampiezza. I giocatori del Milan, come confermato da Conceicao, avevano l'ordine di cambiare il fronte del gioco velocemente e sfruttare gli spazi concessi.
Leao ad esempio, ha avuto spesso nel primo tempo, l'opportunità di puntare nell' 1vs1 il diretto avversario, ancora una volta Martinez gli ha negato il goal.
In generale, quello che è piaciuto è stato l'approccio e l'atteggiamento tattico del Milan, sempre attenti in fase difensiva con tutti i giocatori disponibili al sacrificio.
La presenza di Jimenez funge da equilibratore, se dal punto di vista offensivo non è stato incisivo, il lavoro a livello quantitativo è notevole, con molti raddoppi e corse in supporto.
Poi c'è Rafael Leao, autore di una partita attenta anche difensivamente, ma soprattutto determinante in zona offensiva. Provate ad immaginare il Milan del primo tempo, attento, determinato, compatto senza le giocate di Leao in fase offensiva. La sensazione è che se deve succedere qualcosa, la palla deve transitare per forza dai suoi piedi, dal suo talento.
Questa gara non può e non deve rimanere fine a se stessa, bisogna ripartire da questa attitudine accompagnata dal talento di Leao, Rejnders, Pulisic, Theo. A partire dalla gara contro la Fiorentina e basta cali di tensione.
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