Tutti i giornali di oggi riportano la scelta del Tar di respingere la richiesta di sospensiva relativa alla vendita dello stadio e delle aree circostanti. Per il Tar, le valutazioni di Comune e Ministero della Cultura “non appaiono implausibili” e non appare sussistente neanche il prescritto “periculum in mora”: il vincolo scatterà solo il 10 novembre.
IN ITINERE
Nonostante il Tar: i comitati anti-San Siro vogliono tenere aperta la partita

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Ma...
—Come ricordato da Luigi Corbani, portavoce del comitato Sì Meazza, la vicenda resta aperta davanti alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e all’Anac. Il comitato punterà inoltre a far riconoscere un vincolo già esistente sulla tribuna ovest, facendo leva su un parere della Soprintendenza del 2023 che richiamava la sua valenza come “archivio esporto” per la presenza di alcune targhe ed epigrafi. A Tuttosport, Corbani ha inoltre dichiarato che il comitato vuole trasformare San Siro in un’arena con copertura mobile per tutte le attività sportive, di spettacolo e concerti.
Intanto, secondo La Gazzetta dello Sport, Comune e Club avrebbero trovato un accordo sul prezzo di stadio e aree circostanti: 197 milioni e compartecipazione del Comune ad alcuni costi (smaltimento e bonifica). Come anticipato ieri, probabilmente sarà inserita una clausola per annullare la vendita in caso il vincolo scatti in un secondo momento. Per diverse testate e altrettanti consiglieri comunali – De Chirico (FI), Piscina (Lega), Cucchiara e Gorini (Verdi) – uno scossone come quello arrivato in Comune dovrebbe comportare un blocco di tutti i tavoli aperti, incluso quello su San Siro. Da sottolineare che tutto ciò è stato scritto prima delle notizia del coinvolgimento diretto dello stesso Sala nella vicenda, cosa che rende ancor più intricata la situazione.
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