Ristrutturazione rossonera

Per ritrovare l’equilibrio il Milan deve ripensare la propria struttura

mbambara
mbambara Vice direttore 
Per quasi nove mesi gli allenatori hanno cercato di trovare un equilibrio che non c'è: inevitabile oggi dover ripensare la struttura del Milan

Ultimamente la discussione sulla stagione corrente si è ridotta ad una nuova divisione fra fazioni. Quelli che sostengono che si stava meglio con Fonseca, e coloro che invece rivendicano che Conceicao, comunque, ha vinto un trofeo. Si tratta di discussioni sterili che non vanno a fondo sul problema principale della stagione, ossia la struttura del Milan in questa stagione.

Peraltro, qualche bella partita il Milan l’ha fatta con Fonseca togliendosi la soddisfazione di rivincere un derby e di andare a battere il Real Madrid. Conceicao dal canto suo ha portato a casa una Supercoppa ed ha stimolato l’orgoglio della squadra che ha rimontato tante partite.

Il punto fondamentale tuttavia è un altro ed è il seguente: i tentativi di equilibrare questa squadra nel lungo periodo si sono rivelati vani. Ci ha provato per quattro mesi Paulo Fonseca e ci ha provato per tre mesi Sergio Conceicao, senza risultati apprezzabili.

Ripensare la struttura di squadra del Milan

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Dopo quasi nove mesi di stagione bisogna pertanto prendere atto di una circostanza ineludibile: per equilibrare questa squadra è necessario ripensarla, per poi ristrutturarla. C’è stato infatti un errore concettuale nella costruzione della stessa.

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In questo Milan ci sono troppi giocatori che “vanno” dal punto di vista delle caratteristiche offensive. Theo Hernandez, Rejinders, Pulisic, Leao, un centravanti fra Abraham e Gimenez. Tanti, troppi giocatori che pensano più alla fase offensiva che alla fase difensiva.

Naturale quindi che il pensiero vada alla mediana di un Milan che ha necessità di giocatori magari meno vistosi con il pallone fra i piedi, ma maggiormente adatti all’interdizione, alle letture preventive delle situazioni pericolose, alle coperture.

Il calcio d’altronde vive di equilibri e se una squadra non riesce a trovarli diventa naturale doverne ripensare struttura e fondamenta.