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Lo Specchio del Diavolo – Nelson de Jesus Silva Dida

Dida Milan
Dida è stato un autentico ottovolante per i tifosi del Milan. Picchi clamorosi e topiche inenarrabili. Dida è stato, soprattutto, l'eroe di Manchester e negli anni migliori l'unico portiere in grado di insidiare in termini di rendimento Gigi...
Samuele Virtuani
Samuele Virtuani Redattore 

“Sono schiavo di Hyde, quando è qui dentro di me sento una strana euforia. Mi sento forte e invincibile. Non ho paura di niente. Non ho bisogno di nessuno, solo di me stesso.” - Lo Strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde

È una storia peculiare, come poche altre, quella di Nelson de Jesus Silva Dida. Nove stagioni da guardiano dei pali del Milan, ma con una sequela incredibile di picchi che hanno fatto strabuzzare gli occhi e di topiche inenarrabili. Anni in cui sembra che Galliani e Braida abbiano acquistato un brocco e altri in cui pare che a Milanello Villiam Vecchi alleni un fenomeno paragonabile solo a Gigi Buffon.

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Dida e lo sfortunato inizio al Milan

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Il Belpaese spalanca le porte d'ingresso al brasiliano allora in forza al Corinthians nel 2000: il Milan crede nel neoacquisto e lo impiega anche in Coppa del Campioni. Dida è subito gettato nella mischia. Abbiati e Sebastiano Rossivengono degradati senza troppi complimenti rispettivamente a dodicesimo e tredicesimo nella rosa allenata da Zaccheroni. Dida è così in campo dal primo minuto sia il 13 settembre del 2000 nel superbo 4-1 che il Milan rifila ai turchi del Besiktas sia sei giorni dopo in Inghilterra contro il Leeds. La partita in Gran Bretagna fila dolcemente verso lo 0-0, ma il finale è amaro come una bitter ALE trangugiata al bancone di un pub dalle luci soffuse.

Dida Milan

A una manciata di minuti dal triplice fischio il carioca si lascia sfuggire dalle mani un pallone innocuo calciato da Bowyer, che s'infila in porta per la gioia dei tifosi di casa. Pioggia battente a parte per quasi tutta la gara, la papera di Dida colpisce negativamente i piani alti di via Turati e il Milan lo rispedisce così in prestito ai brasiliani del Corinthians.

Provaci ancora Dida!

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Due anni dopo il "pasticciaccio brutto" di Leeds, nella stagione 2002/03 Dida strappa il posto da titolare ad Abbiati, complice anche un infortunio del collega brianzolo. Il Milan vince la Champions League, trovando un estremo difensore formidabile capace di blindare i pali rossoneri come forse non accadeva dai tempi di Albertosi e di parare tre rigori nella finale di Manchester, nell’ordine a: Trezeguet, Zalayeta e Montero. “Fenomeno Dida, un felino tra i pali il portiere che sembrava un bidone” titola Andrea Sorrentino di Repubblica nel settembre 2004. Una felicità immane per tutti i tifosi consci di avere finalmente un portiere incredibile, capace di compiere interventi al limite del possibile.

Ci sono parate che fanno davvero la storia del ruolo. Primo turno della Champions contro l'Ajax il 16 settembre del 2004: Van der Vaart è davanti allo specchio della porta del Milan e calcia a botta sicura da pochi metri: il 99% dei portieri avrebbe deciso di non abbozzare l'intervento. Dida rappresenta, tuttavia, l’1% rimanente, quel pizzico di follia che attanaglia da sempre l’essere umano. Il brasiliano opera, così, in senso contrario distendendosi per tutti i suoi quasi due metri riuscendo a deviare in angolo.

Il Milan e il 2005: annus horribilis anche per Dida

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Poi all'improvviso, e senza apparenti ragioni, a Mr Hyde subentra il dottor Jekyll. Che Icaro abbia volato troppo vicino al sole? La metamorfosi, con buona pace di Ovidio e Apuleio, avviene il 13 aprile del 2005 sempre nella massima competizione europea.

Il Milan ritrova l'Inter, a distanza di due anni dalla semifinale europea, ma questa volta ai quarti di finale. Al netto 2-0 sui cugini dell'andata, reti di Stam e del solitoSheva, segue l’1-0 del ritorno maturato alla mezz'ora del primo tempo e sempre a firma dell’usignolo di Kiev. A quindici dal termine si scatena l'annunciata contestazione dei tifosi nerazzurri. La frustrazione per le ripetute umiliazioni subìte dall’Inter in quel primo scorcio di anni Duemila deflagra rumorosamente come può solo fare una pentola a pressione con un evidente difetto di progettazione. Sul prato di San Siro arriva di tutto: niente scooter fortunatamente, ma oggetti di diverso tipo e grandezza, compresi alcuni fumogeni.

Uno di questi colpisce alla spalla il buon Dida che si accascia al suolo per essere poi soccorso. L'arbitro,

Dida Milan

il tedesco Merk, si vede costretto a interrompere anzitempo le ostilità. Il Milan vince 3-0 a tavolino, ma per il portiere cambiano le carte in tavola: inizia la fase discendente. L'involuzione tra i pali non è immediata, ovviamente, ma piano piano si intravede qualche crepa nel suo modo così esplosivo e personale di interpretare il ruolo. Sulle uscite non più sicuro, tra i pali vola molto meno, ma soprattutto spesso incassa gol per deconcentrazione. A volte le topiche sono clamorose. Due su tutte: una con l'Inter e una con ilReal Madrid

Le papere di Dida al Milan

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La prima papera è del 23 dicembre 2007. Il Milan fresco vincitore del Mondiale per Club (4-2 sugli argentini del Boca Juniors) è sull'1-1 con l’Inter di Roberto Mancini. Cambiasso calcia centralmente senza pretese, Dida si piega per la presa ma sbaglia posizione e tempo. La palla passa a qualche decina di centimetri da lui senza che se ne renda conto. Altro giro di valzer e altra topica: 21 ottobre 2009, stadio Bernabéu di Madrid. Sul tiro di Raul, “Bagheera la Pantera” va troppo sicuro. Bloccata la palla, va per rinviarla ma la tocca prima con il ginocchio. La sfera gli sfugge dai guanti come una saponetta e per il centravanti dei blancos è facile trafiggerlo.

Dida è così, prendere o lasciare. Il Milan inizia anche a guardarsi intorno e i sussurri e le grida di mercato narrano anche di un accordo con Buffon, grazie ai buoni uffici di Villiam Vecchi, per rimpiazzare il brasiliano due volte campione d’Europa e una del mondo col Milan. L’affare, però, salta per il veto di Fininvest e dello stesso presidente Berlusconi: troppi i soldi richiesti dalla Juventus per il numero uno della Nazionale.

Il Diavolo lo saluta al termine della tribolata stagione 2009/10; è il 15 maggio 2010, Milan-Juventus 3-0, doppio Ronaldinho e rete di Antonini. Un finale agrodolce, che vede un Dida molto diverso rispetto all’esordio. Al capo rasato, Dida preferisce in quegli anni crepuscolari una chioma corvina riccioluta, quasi alla Mohammed Alì; il fisico poi non è più all’altezza del calcio europeo. Le 302 gare ufficiali con la maglia del Milan a cui sommare le 90 presenze con la maglia della Selecao si fanno sentire eccome, così come pesano  lo scudetto 2003/04, la Coppa Italia 2003, la Supercoppa Italiana 2004, le 2 Champions League (2002/03, 2006/07), 2 Supercoppe Europee (2003, 2007) e un Mondiale per club (2007).

E come dare torto, allora, a Stevenson: “La vita ci forgia così come siamo. Tutte le nostre esperienze ci formano ma, sotto questa esistenza distinta e raffinata, nel nostro animo rimaniamo ciò che eravamo una volta.”