L'identità tattica

Il cammino giusto: il Milan deve proseguire sul sentiero tracciato a Madrid

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La sconfitta di Bergamo non deve intaccare l'identità tattica raggiunta dal Milan nelle ultime settimane perché adesso la squadra ha finalmente un'identità ed è equilibrata. Necessario, semmai, lavorare sui dettagli.
mbambara
mbambara Vice direttore 

La strada tracciata a Madrid è quella corretta. Il Milan ha iniziato a mettersi a posto con un 4-2-3-1 in cui Musah è il giocatore bilancino che, in fase di non possesso, trasforma l’identità tattica del Milan in un 5-3-2 che consente una migliore copertura del campo.

La sconfitta di Bergamo, in questo contesto, fa parte di un percorso iniziato con ritardo. La squadra ha cominciato ad avere una sua identità definita soltanto da poco tempo. La stabilizzazione tattica quindi è ancora in fase embrionale.

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Tuttavia un dato di questa partita va debitamente pesato. Contro la squadra orobica, che aveva segnato 36 gol in 14 partite di campionato, il Milan ha rischiato poco. Inoltre non ha subito gol su azione manovrata.

Dove migliorare

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Le uscite in fase di non possesso degli esterni (Yunus Musah e Theo Hernandez) possono e devono essere più coordinate nelle tempistiche e nelle scelte.

D’altronde se si gioca con una linea a 5 quando si è senza palla, il ruolo di esterno è quello maggiormente dispendioso sul piano fisico, nonché il più delicato dal punto di vista degli equilibri tattici.

Tutto questo però può crescere solo con il lavoro e con la conferma di una strutturazione che non deve più subire modificazioni.

L’amalgama non si acquista sul mercato. Si crea con l’affiatamento e con una crescita graduale dell’identità di squadra.

I segnali da Bergamo

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La gara di venerdì sera è stata una partita a due volti, in cui il Milan ha perso riferimenti importanti dopo l’uscita dal campo di Christian Pulisic.

Il secondo tempo del Milan tuttavia, non positivo sul piano del gioco e della manovra (zero tiri in porta), aveva avuto comunque un senso relativamente alla tenuta del campo.

La squadra di Paulo Fonseca infatti aveva rischiato pochissimo contro una delle squadre più forti in Europa sul piano della produzione offensiva.

La vittoria dell’Atalanta è complessivamente meritata, ma il percorso di crescita del Milan deve proseguire.

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