Focus Conceicao

Care anime belle, giù le mani da Sergio Conceicao!

mbambara
mbambara Vice direttore 
Si può sbagliare. Si chiede scusa, come ha fatto Mister Conceicao, e si va avanti. Le lezioncine moraliste anche no, grazie!
00:30 min

Le cadute di stile, per un club calcistico blasonato, sono possibili soltanto quando lo stile c’è. D’altronde è impossibile perdere qualcosa che non si ha. Giù le mani, quindi, sa Sergio Conceicao, care anime belle, avvolte nel candore di un moralismo da strapazzo.

Il comportamento del tecnico rossonero, alla fine di Milan Parma, è stato certamente una caduta di stile. Inutile girarci attorno o definire tutto ciò in altro modo.

Lo ha ammesso, peraltro, lo stesso allenatore portoghese che, a fine partita, dinanzi alle telecamere di DAZN, ha chiesto scusa.

Errare è umano

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Gli allenatori però, come i presidenti o i giocatori, sono uomini e, come tali, sono in balia della tempesta emotiva, soprattutto durante e dopo le partite, quando gli animi sono caldi e la lucidità diviene un optional.

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Conceicao ha sbagliato, esattamente come sbagliarono Maldini e Boban nel 2001 a Bergamo, come Ibrahimovic nel 2011 contro il Bari, come Rino Gattuso contro il Tottenham, sempre nel 2011, quando non onorò per qualche minuto la fascia di capitano del Milan, in preda ad un raptus di genuina follia.

Tutte queste situazioni sono state affrontate in maniera identica, ammettendo la caduta di stile, ma senza drammatizzarla.

Si sbaglia, si riconosce l’errore, ci si scusa, si va avanti.

Non si avverte la necessità dei postriboli mediatici improvvisati a cui abbiamo assistito, nei quali le anime belle hanno pontificato, emettendo sentenze inappellabili, sull’opportunità e sullo stile di Mister Conceicao.

L’uomo Sergio

(Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

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Sergio Conceicao è un allenatore sanguigno, di grande temperamento. Ma è, soprattutto, una persona vera, genuina, autentica.

Dire, come è accaduto, che non può essere l’allenatore del futuro del Milan soltanto per quell’episodio, è un giudizio troppo grave. Il Mister non lo merita. Anche i delinquenti hanno diritto alla clemenza, figuriamoci una persona per bene.

Personalmente ho sempre sentito molto distanti i santi e i giudici delle vite altrui, avvolti come sono da una insopportabile patina di moralismo nella loro perfezione irraggiungibile.

Gli errori, soprattutto quelli grandi, fanno parte del gioco e del percorso di crescita e restituiscono umanità ai grandi protagonisti del calcio.