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di Roberto Dupplicato -
Non è mai del tutto merito di Simone Inzaghi, la sua Inter ha vinto meno di quanto potesse e rischia in questo campionato di finire col naso bagnato da Conte, ma anche quando arrivano dei complimenti riflessi, perché “la Nazionale gioca come l’Inter”, sfruttando il 3-5-2 con gli uomini messi al posto giusto, quale uno fa notare che Simone può farlo perché prima di lui lo ha fatto Antonio Conte.
La super vittoria del Parco dei Principi è lontana
Per andare ai quarti di Nations League serve un punto ma a nessuno interessa la Nations League. Qui si vuole andare al Mondiale visto che manchiamo dal 2014 e non si vede la fine di questa agonia, ma queste ultime partite mettono l’Italia quasi certamente in prima fascia, lo sapremo a dicembre a Zurigo. Ma intanto l’Italia va e la critica dà i meriti di questa rinascita all’Inter, visto che Spalletti starebbe “ricalcando” il modello di Simone Inzaghi. Vero, ma lo stesso Inzaghi ha lavorato sul solco tattico e di mentalità che gli aveva lasciato in eredità Conte: quindi, di chi è il vero merito? Di Spalletti, di Conte o di Inzaghi?
Intanto torna la Serie A e l’Inter è chiamata a dimostrare di non essere quella squadra distratta e che si buca facilmente visti i 9 gol incassati in questo inizio di campionato, troppi se si vuole andare lontano. La vetta è del Napoli di Conte, che non gioca la lunghissima e nuova Champions e può avere energie da sguinzagliare in Italia. Il Napoli infatti corre più dei nerazzurri e di gol ne ha incassati 5, ma 3 sono arrivati alla prima giornata. È il potenziale del Napoli che impensierisce Simone, perché gli azzurri hanno concretizzato solo il 14% delle occasioni avute, e la sensazione è che possano crescere e che, in generale, si sia sottovalutato l’impatto che l’energia di Mc Tominay può avere in un campionato dai ritmi bassi come il nostro.
Talmente bassi che addirittura vorrebbe ritornare pure Mario Balotelli, uno che se so parla di Inter e di Conte non può che materializzarsi: lui fece infuriare il pubblico di San Siro con quella maglia lanciata dopo il 3-1 al Barcellona del 2010. Conte invece lo convocò solo di striscio nel 2014, poi in azzurro Balo non si è visto più finché non arrivò Mancini. Il fatto che possa tornare a giocare dimostra che il talento vale sempre, specie in questo campionato ormai di basso livello tecnico tattico.
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