
da gianlucadimarzio.com - intervista di Luca Bendoni
PAROLE CHIARE
da gianlucadimarzio.com - intervista di Luca Bendoni
Quei sessantotto minuti Marco Pellegrino se li ricorderà per sempre. Sono stati i più dolci e anche i più amari della sua carriera. Adrenalina, gratitudine, rabbia e delusione. Perché il suo esordio con il Milan, nello stadio che porta il nome dell’idolo Maradona, si è chiuso troppo presto: “Al 19’ si fa male Kalulu. Pioli si gira e mi chiama: ‘Marco, entri tu’. Tolgo la pettorina e vado in campo, sono al settimo cielo. Ma dopo un’ora sento dolore alla caviglia e mi fermo: non ho neanche finito la partita”.
La storia della sua – fin qui – unica gara in rossonero racchiude la cifra della sua giovane carriera: c’è la sorpresa, l’orgoglio e la caduta. Ma soprattutto, oggi, la voglia di tornare al massimo. Per farlo, Pellegrino ha riabbracciato casa. L’Argentina. Con il suo Huracan ha vinto il girone di Copa Sudamericana – eliminando il Corinthians di Depay – e ha ritrovato continuità.
“Mi sento una persona diversa rispetto a due anni fa, quando sono arrivato al Milan”, racconta il centrale classe 2002 a GianlucaDiMarzio.com. “Allora avevo giocato solo una manciata di partite con i grandi, al Platense. Adesso ho esperienza: sono titolare e gioco in competizioni internazionali. In questo diciotto mesi di prestiti sono maturato molto”.
Salernitana, Independiente, Huracan: la rinascita di Marco Pellegrino porta i nomi di questi tre club. E lui racconta tappe e obiettivi in un italiano perfetto: “Quando sono arrivato al Milan ho preso due mesi di lezioni per ambientarmi meglio”. Ma il dislivello era tanto. “Così sono partito in prestito a gennaio per prepararmi a tornare più forte. E ora sì, mi sento pronto. Fisicamente e mentalmente”.
La chiamata del Milan era arrivata ad agosto 2023: “Mi stavo allenando con il Platense. Viene da me uno scout del club e mi spiega: ‘Marco, il Milan ti sta monitorando e potrebbero mandarci un’offerta a breve’. Il… Milan? Wow. Chiamo subito il mio agente e lui si mette in contatto con i rossoneri. Inizia la trattativa: la dirigenza era decisa a prendermi e così il mio agente vola in Italia con il presidente del Platense. In pochi giorni chiudono l’accordo e in meno di una settimana ero anche io a Milano”.
L’emozione? “Incredibile. Quando chiama un club così puoi solo accettare. Ho subito chiamato la mia famiglia: erano in America per uno scalo aereo, hanno cambiato i biglietti e sono volati a Milano per stare con me nei giorni della firma”.
Il percorso è iniziato per gradi. Pellegrino si è aggregato a fine mercato a una squadra in ricostruzione, fresca di un cambio in dirigenza e undici nuovi acquisti. “In spogliatoio ho legato molto con Musah, che parla un po’ di spagnolo per gli anni a Valencia, e con Reijnders. Tijji è un ragazzo fantastico e un giocatore fenomenale. E poi mi hanno aiutato due leader come Giroud e Kjear. Olivier ha vinto un Mondiale a 31 anni e una Champions a 34. E anche Simon ha alzato il primo Scudetto a 34: mi hanno sempre detto di lavorare in silenzio e avere pazienza per ottenere grandi risultati nel tempo”.
Un consiglio che Pellegrino ha accettato di buon grado: “I tre prestiti sono serviti proprio a questo. In estate vorrei rientrare al Milan per restare, anche se so che non sarà semplice. Con il club ho un ottimo rapporto e spero possano vincere la Coppa Italia. E ai tifosi dico di avere fiducia in me: voglio prendermi il Milan”. Firmato, Marco Pellegrino.
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