Il peso delle parole di Spizzi...

Milan ricordi Florenzi post Verona? “Il momento è adesso”

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La trasferta del Bentegodi come snodo cruciale della stagione. Oggi come allora. Correva il maggio 2022, il Milan era immerso anima e corpo nella volata scudetto con l’Inter di Inzaghi, sconfitta nel recupero a Bologna e scavalcata dai...
Samuele Virtuani
Samuele Virtuani Redattore 

La trasferta del Bentegodi come snodo cruciale della stagione. Oggi come allora. Correva il maggio 2022, il Milan era immerso anima e corpo nella volata scudetto con l'Inter di Inzaghi, sconfitta nel recupero a Bologna e scavalcata dai rossoneri vittoriosi di misura a San Siro contro la Fiorentina nel turno precedente. Era il momento di consolidare il vantaggio.

Un avvicinamento alla partita teso, lo spettro della fatal Verona ad aleggiare sul capo della squadra, gli allenamenti a porte chiuse degli scaligeri imposti da Tudor. Il gol annullato a Sandro Tonali e il vantaggio gialloblù dell'interista Marco Davide Faraoni fanno temere il peggio; ma è in quei momenti lì che il gruppo fa la differenza. Al fischio finale, infatti, il tabellone del Bentegodi recita Hellas Verona-Milan 1 a 3. Doppietta di Tonali e tris calato da Alessandro Florenzi, la radio sempre accesa nello spogliatoio rossonero, che afferma ai microfoni di DAZN:

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Dobbiamo vivere il momento qui e ora, non dobbiamo pensare troppo al futuro. Non cominciamo ad immaginare che cosa potrebbe essere, se no non andiamo lontano. E' il momento di spingere, di pedalare".

Nelle successive due partite, contro Atalanta e Sassuolo, il Milan segnerà cinque gol, blinderà la porta per 180 minuti più recupero e si laureerà campione d'Italia per la diciannovesima volta nella sua Storia, quella Storia che la scorsa domenica si è celebrata a San Siro e che alle volte si ripresenta foriera di prospettive e percezioni impensabili.

In un momento buio, delicato come questo può risultare fastidioso o controproducente andare a rivangare le memorie scudetto. Ma le parole di Florenzi, chissà se il suo rientro in squadra non possa fungere da scossa per tutto l'ambiente, suonano attuali anche in un momento potenzialmente agli antipodi come questo: là si cullavano sogni di gloria, ora ci si lecca le troppe ferite e ci si domanda dove questa zattera possa approdare a fine stagione, con quale timoniere e seguendo quale rotta. Tante, troppe domande che devono passare in secondo piano. Florenzi docet: "Non cominciamo ad immaginare che cosa potrebbe essere, se no non andiamo lontano. E' il momento di spingere, di pedalare".

Il Milan sarà anche cambiato in questi anni; lo sport, il calcio, però, no. Per ottenere qualsiasi risultato, dallo scudetto fino alla pacificazione di un ambiente lacerato oltre misura, bisogna dare il massimo, occorre impegnarsi anima e corpo. Sarebbe bello se Florenzi ricordasse questo suo virgolettato e lo ripetesse negli spogliatoi negli istanti prima di transitare nel tunnel.

Caro Milan, il momento è adesso, hic et nunc. Cari vecchi cuori rossoneri questo vale anche per voi. Mettiamoci alle spalle gli spettri, le speculazioni, i rimpianti, alcuni dei quali, Daniel Maldini, per esempio, un gol e zero assist in quindici partite, non hanno ragione di esistere. Diciamo basta ai lacci e lacciuoli che ci tendiamo lungo il percorso.

Nella città dell'amore tormentato per antonomasia, tifosi, calciatori, insomma, mondo rossonero tutto si deve riconciliare con l'affetto supremo: il Milan. Dopotutto, "Unico amore sei, non ti ho tradito mai..." - giusto?

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